Al via un piano di attività straordinarie, attraverso Fòrema, per la riqualificazione
e l’aggiornamento dei lavoratori in cassa integrazione e mobilità, nell’ambito di Fondimpresa.
Cresce l’outplacement: +20% nell’ultimo anno. Il 60% trova un impiego nel giro di sei mesi.
E nel 2009 un finanziamento Fse di un milione per ricollocare 250 persone in Cig o mobilità.
Ne beneficeranno donne, over 45, immigrati e addetti della meccanica
CONFINDUSTRIA PADOVA: FORMAZIONE CONTRO LA CRISI
Peghin: «Non disperdere un patrimonio di professionalità e accrescere l’occupabilità»
(Padova - 10.02.2009) - Sostegno al reddito, ma anche formazione e aggiornamento, soprattutto nei momenti di crisi. Perché i lavoratori sono la prima risorsa da salvaguardare, per non disperdere un patrimonio di professionalità ed essere pronti quanto l’economia ripartirà. Ne è convinta Confindustria Padova, che attraverso Fòrema vara un piano di attività straordinarie per la riqualificazione professionale dei lavoratori in cassa integrazione e in mobilità, nell’ambito del fondo interprofessionale Fondimpresa. E’ una risposta alla crisi e all’aumento della cassa integrazione, che anche a Padova colpisce chi materialmente produce e lavora in azienda.
L’azione, appena avviata, prevede la possibilità di piani formativi personalizzati per tutti i settori produttivi. Ne possono beneficiare tutte le aziende iscritte a Fondimpresa (2.061 in provincia di Padova) e con personale in cassa integrazione, rivolgendosi al Fòrema di Confindustria Padova che, in base alla domanda, organizzerà percorsi mirati di riqualificazione e aggiornamento professionale. La quota di cofinanziamento a carico delle aziende non è dovuta per i piani formativi presentati nel 2009 e 2010 per lavoratori in Cig. A pochi giorni dall’avvio, hanno già aderito tre imprese metalmeccaniche, coinvolgendo un centinaio di lavoratori in cassa integrazione.
«La priorità in questa fase - spiega il presidente di Confindustria Padova, Francesco Peghin - è contenere al massimo gli effetti sociali della crisi. La prima preoccupazione è che i nostri collaboratori, in caso di difficoltà, possano contare su un supporto al reddito ma anche sul continuo aggiornamento e formazione, affinché, superata la fase acuta della crisi, possano reinserirsi e vedere accresciuta la propria “occupabilità”. Trovare gli spazi per la riqualificazione durante la cassa integrazione vuol dire dare più valore agli ammortizzatori sociali e non disperdere un patrimonio di energie e di professionalità, indispensabile per ripartire».
A questi progetti si aggiunge l’attività di outplacement di Confindustria Padova attraverso Fòrema, cofinanziata da Regione Veneto e ministero del Welfare, per il ricollocamento di persone uscite dal mercato del lavoro, attraverso un percorso di riqualificazione, orientamento e reinserimento professionale. Nell’ultimo anno questa attività è cresciuta del 20 per cento. Sono stati realizzati quattro progetti, che hanno coinvolto 200 persone dei settori metalmeccanico e tessile, con un’età media tra i 40-50 anni, ed erogato 1.000 ore di formazione. Finora il 60% dei partecipanti ha concluso con successo il progetto, trovando un nuovo impiego nel giro di sei mesi. Per il 2009 Fòrema ha già presentato quattro nuovi progetti di outplacement, dedicati a donne, over 45 e immigrati in Cig o iscritti alle liste di mobilità, che coinvolgeranno complessivamente oltre 250 lavoratori, finanziati dal Fondo sociale europeo con un budget che supera il milione di euro. Uno dei progetti è rivolto ai lavoratori coinvolti nella crisi del metalmeccanico.
«Bisogna offrire più tutele a chi resta senza lavoro - continua Peghin -. Perciò abbiamo chiesto che venisse ampliata la dote degli ammortizzatori sociali e finanziata per tutti i lavoratori, indistintamente, anche per le piccole imprese e per i contratti atipici. Il governo si sta muovendo bene per reperire le risorse, rimodulando i fondi Fas e il Fondo sociale europeo d’intesa con le Regioni. Inoltre, l’accordo tra Regione Veneto e parti sociali per far fronte alla crisi occupazionale è un passo tempestivo in questa direzione. Ma a proposito di opportunità da cogliere, resta centrale il tema della crescita di chi lavora e produce in azienda e della sua professionalità, anche nelle fasi critiche. In questo le associazioni imprenditoriali possono svolgere un ruolo importante».
ALESSIO, DA FIREMA AD APS: «ERO SCETTICO, OGGI VEDO FUTURO PIU’ STABILE». Dalla cassa integrazione o mobilità all’opportunità di un nuovo impiego attraverso l’outplacement, credendo in se stessi e nella propria formazione. E’ la storia di Alessio Ferrarese e Gianna Bonelli. Alessio, 39 anni, di Cavarzere (Ve), lavora da quando ne aveva 16. Credeva di aver trovato una certa stabilità, ma nel 2003, sposato e con un figlio di 5 anni, si è ritrovato in cassa integrazione dopo la chiusura dello stabilimento Firema di Padova dove lavorava dal ’98 come carpentiere-saldatore. Nel giugno 2008 ha partecipato a un progetto di outplacement del Fòrema di Confindustria Padova. A settembre, grazie ai contatti del tutor, lavorava già in Aps Holding in qualità di elettrauto ferrotranviere: oggi si occupa delle infrastrutture del tram, in particolare degli scambi, interviene in caso di guasti, deragliamenti e manutenzioni ordinarie. «Quando mi hanno parlato di outplacement - racconta - ero molto scettico, oggi lo consiglierei a tutti. Un percorso che mi ha aiutato a dare il giusto valore alle competenze acquisite e a prendere dimestichezza con il computer, anche per scrivere un curriculum». Alessio ha avuto l’opportunità di continuare a lavorare nel settore a lui più congeniale e in Aps Holding ha già frequentato alcuni corsi di formazione.
GIANNA, «RIMETTERSI IN GIOCO A 55 ANNI». A 55 anni Gianna Bonelli, di Limena, credeva quasi impossibile reinserirsi nel mercato del lavoro. Impiegata responsabile dell’ufficio personale in Firema fino al 2005, è rimasta tre anni e mezzo in Cig straordinaria e poi in mobilità. Grazie al progetto di outplacement di Fòrema e all’interessamento del tutor, da un mese ha ricominciato a lavorare in una nuova azienda, la Meetech di Padova che fornisce servizi di stenotipia, traduzione e registrazione ai tribunali, mantenendo la sua qualifica di addetta alle buste paga. «I colloqui di lavoro sostenuti fino a quel momento - spiega - erano stati deludenti ed ero molto sfiduciata, anche perché dopo un periodo tanto lungo di inattività mi sentivo impreparata anche dal punto di vista delle tecnologie informatiche. Insomma, ero troppo giovane per andare in pensione e troppo vecchia per lavorare». La sua voglia di rimettersi in gioco attraverso l’outplacement è stata premiata e oggi Gianna, sposata e con due figlie di 32 e 21 anni, ce la sta mettendo tutta per riguadagnare il tempo perduto.
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