
Data | 
Padova, 17 giugno 2009 |

Oggetto | 
Anas: Confindustria Padova, «con nuovo cavalcavia su Ss 16 a rischio 650 lavoratori». Peghin, «viabilità alternativa per salvare aziende e commesse» |

Tipologia | 
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Conf. Informa | 
Pubblica in Confindustria Informa |
Comunicato Stampa
La costruzione del viadotto, alto 5,5 metri, sulla nuova circonvallazione di Montegrotto
paralizza l’attività di quattro aziende sane e in crescita: Granziero, O.C.S., Rolle, Sirz Energy.
Impossibili i trasporti eccezionali di manufatti, fino a 8 metri di altezza, diretti via Porto Marghera
nei paesi petroliferi. Danni a un polo internazionale nella carpenteria e caldareria pesante.
Le aziende: «A rischio commesse già acquisite per 32 milioni e la consegna di un impianto in Iran»
OPERE PUBBLICHE: CONFINDUSTRIA PADOVA ALL’ANAS,
«CON IL NUOVO CAVALCAVIA SULLA SS 16
A RISCHIO 650 POSTI DI LAVORO»
Appello alla nuova amministrazione provinciale di Padova per una soluzione entro agosto.
Peghin: «Viabilità alternativa per salvare un pezzo di industria competitivo»
(Padova - 17.06.2009) - Il nuovo cavalcavia in costruzione sulla Strada statale 16 Adriatica (“strada Battaglia”), al confine tra i comuni di Albignasego, Due Carrare e Montegrotto (Pd), rischia di mettere in ginocchio quattro aziende sane e in crescita, con un fatturato complessivo di 93 milioni di euro, 400 dipendenti diretti e un indotto di 250 persone e commesse già acquisite per 32 milioni nel 2009, paralizzando un polo industriale di rilevanza internazionale nella carpenteria e caldareria pesante. Un paradosso kafkiano, nell’Italia della piccola e media impresa che cerca la via d’uscita dalla crisi.
E’ l’allarme lanciato da Confindustria Padova sui lavori che l’Anas sta realizzando per un nuovo innesto sulla Ss 16 della circonvallazione Ovest di Montegrotto Terme. Il cavalcavia, che avrà un’altezza di 5,50 metri, renderà impossibile il trasporto eccezionale di manufatti diretti, via Porto Marghera, ai mercati di tutto il mondo delle imprese Granziero, O.C.S. e Rolle di Albignasego e Sirz Energy di Due Carrare. Manufatti di dimensioni “ingombranti”, con un peso di 250-300 tonnellate, che possono arrivare fino a 8 metri di altezza e a 50 di lunghezza. Caldaie, forni, reattori, colonne di raffinazione, serbatoi e scambiatori di calore per i settori energy, chimico e petrolchimico diretti in tutti i paesi a vocazione petrolifera, fra cui Arabia Saudita, Kuwait, Russia, Algeria, Usa, Brasile, Cina, Iran, Gran Bretagna, Norvegia.
«E’ una situazione paradossale - spiega il presidente di Confindustria Padova, Francesco Peghin - che rischia di paralizzare nell’immediato l’attività di imprese sane e competitive e, nel futuro, le prospettive di sviluppo di realtà che danno lavoro a 650 persone, pronte a investire e a crescere, nonostante la crisi. Chiediamo alle istituzioni un intervento urgente per una viabilità alternativa che salvaguardi un pezzo d’industria sano e un capitale di competenze e lavoro».
Il cavalcavia rischia di compromettere consegne a breve, come quella di un impianto in Iran da 4,5 milioni di euro prevista a fine luglio, e un portafoglio ordini già acquisiti per 32 milioni quest’anno. Da qui la richiesta di Confindustria Padova di realizzare, prima della posa in opera del viadotto, una bretella di raccordo parallela alla strada statale, dedicata solo al trasporto eccezionale. Un appello rivolto in particolare alla nuova amministrazione provinciale, per dare seguito alla disponibilità già emersa in un incontro con l’Anas e l’assessore uscente alla viabilità, Domenico Riolfatto. «Il fattore tempo è decisivo - aggiunge Peghin -. Domani potrebbe essere tardi. Auspichiamo un rapido insediamento dell’assessore competente e la presa in carico del problema con procedura d’urgenza».
Tra le aziende che rischiano il blocco dell’attività, la O.C.S. Spa di Albignasego, 20 milioni di fatturato e 90 addetti, fondata nel 1970 dalla famiglia Ravagnan dopo aver rilevato un’attività esistente dal 1875. Come le altre imprese del polo, fornisce apparecchiature a raffinerie e impianti petrolchimici in tutto il mondo, collabora con studi di ingegneria internazionali per realizzare manufatti il cui costo varia dai 150mila ai 5 milioni di euro. Ha anche brevettato e sviluppato un sistema per il recupero dell’olio riversato in acqua negli impianti petrolchimici e negli spandimenti marini. «L’esperienza nel settore - sottolinea il presidente Luigi Ravagnan - ci permette di garantire alle maggiori multinazionali prodotti di qualità, costruiti con metodologie d’avanguardia e nei tempi di consegna richiesti, in grado di competere con paesi emergenti come Cina e India. Dal 2005 abbiamo investito oltre 3 milioni di euro in impianti e tecnologie, più che triplicando il fatturato. Non possiamo permetterci vincoli sulla gamma dei prodotti che forniamo, soprattutto di fronte alla crisi globale».
«Siamo spaventati per il futuro», aggiunge Otello Granziero amministratore unico della Granziero Srl, fondata nel 1974, 13 milioni di fatturato e 70 addetti. «Non chiediamo di bloccare un’opera di pubblica utilità ma di adottare una soluzione che non ci penalizzi in modo irreparabile e di cui abbiamo bisogno come l’aria. La possibilità di raggiungere porto Marghera con prodotti di qualsiasi dimensione, ci ha consentito di diventare un polo della caldareria leader in Italia. Se non fosse per la crisi e il calo del prezzo del petrolio, potremmo contare su un consistente pacchetto di ordini per i prossimi cinque anni». Cavalcavia permettendo.
Una soluzione che lo by-passi consentendo l’accesso diretto alla strada statale, indispensabile per raggiungere la Monselice Mare e da lì il porto di Marghera, rappresenta per le imprese l’unica possibilità per evitare la chiusura, in un settore che, a differenza di altri, sta seppur faticosamente tenendo.
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Sandro Sanseverinati - capo Ufficio Stampa, Studi e Relazioni Esterne
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