Comunicato Stampa

    Una modifica all’art. 35 del Piano territoriale di coordinamento provinciale consentirà
    alle eccellenze produttive di ampliarsi in deroga ai limiti fissati nelle zone industriali.
    Tra gli indicatori di eccellenza storia aziendale, investimenti in ricerca e formazione oltre il 3%
    del fatturato, brevetti e marchi, 30% del personale laureato, certificazioni di qualità e sicurezza.
    45 giorni per i pareri dello Sportello unico attività produttive, rispetto ai 90 previsti dalla legge
    “AZIENDE ECCELLENTI”: PADOVA DEROGA AI LIMITI
    DI AMPLIAMENTO E DIMEZZA I TEMPI DELLO SUAP
    Nicolini: «Un segnale di specifica attenzione alla crescita». Degani: «Primi ad approvare
    questa norma per sostenere gli investimenti nel territorio». Zorzato: «Presto in Consiglio
    il progetto di legge della Giunta regionale per semplificare le procedure SUAP»

    (Padova - 19.12.2012) - C’è l’azienda leader mondiale nella produzione di vetro curvo trasferita “d’ufficio” in un’area poi divenuta residenziale, dove sottostà a vincoli penalizzanti. Quella tagliata a metà da una strada prevista nel vecchio Prg del comune. O quella che da due anni non trova un’area dove trasferirsi per raddoppiare la superficie produttiva. Storie di piccole e medie imprese che operano da anni nel territorio padovano e ne rappresentano un vanto, spesso nascosto, per creatività, innovazione, successo nei mercati. Aziende di assoluta eccellenza disposte a investire, crescere (e creare lavoro) nel proprio territorio, nonostante la crisi. Ma spesso bloccate da cavilli urbanistici e vincoli di espansione.
    Una modifica all’art. 35 del Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Padova (Ptcp) potrebbe ora rimuovere alcuni di questi vincoli, concedendo una specifica deroga alle eccellenze produttive, industriali e artigiane che vogliono ampliarsi, allo scopo di incentivarne la permanenza sul territorio e favorirne lo sviluppo.
    È la novità presentata oggi nella sede di Confindustria Padova nel corso dell’incontro “Attività di eccellenza. L’art. 35 delle norme tecniche del Ptcp” a cui sono intervenuti Tiziano Nicolini presidente Ance Padova e delegato Confindustria Padova all’Urbanistica, Marino Zorzato vice presidente e assessore al Territorio Regione del Veneto, Barbara Degani presidente Provincia di Padova, Mirko Patron assessore provinciale all’Urbanistica.

    La nuova norma “eccellenze produttive”, già passata in Giunta provinciale, definisce nel dettaglio criteri di eccellenza, procedure e parametri per applicarli, accogliendo l’esito di un tavolo tecnico costituito da Camera di Commercio, Confindustria Padova, Cna, Upa, Cia e Università di Padova. E colmando una lacuna del Ptcp, in vigore dal 2009 che, mancando proprio l’indicazione di quei criteri, aveva di fatto reso silente e inapplicabile quella norma.
    Tra i requisiti minimi richiesti per rientrare nei parametri di eccellenza, una storia aziendale di almeno 10 anni, più di 10 addetti e certificazione di qualità Iso 9001. A cui si aggiungono investimenti in ricerca e sviluppo e risorse dedicate alla formazione del personale pari a più del 3% del fatturato, numero di brevetti e marchi di proprietà, storicità dei rapporti di lavoro e numero di addetti residenti nel territorio, almeno il 30% del personale laureato, certificazioni internazionali di sistema e prodotto, premi e riconoscimenti di chiara fama, responsabilità sociale d’impresa. Insomma, l’identikit di autentici campioni di cui è ricca la provincia.
    Le aziende “eccellenti” potranno derogare ai limiti di ampliamento consentiti dal Ptcp nelle zone produttive (il 5%, e il 10% nelle aree di interesse provinciale), ai vincoli sui parametri edilizi (costruzione in altezza, distanze da confini, parcheggi) e al parametro Sau sui limiti alla superficie agricola utilizzata. La norma, che attende ora l’approvazione del Consiglio provinciale, quindi la ratifica entro 30 giorni della Regione Veneto, favorirà anche il trasferimento delle aziende localizzate in zone improprie con un bonus del 20% dell’indice edilizio di copertura. Ma anche tempi più brevi (45 giorni, rispetto ai 90 previsti dalla legge) per il rilascio dei pareri dello Sportello unico attività produttive.
    «Nonostante il perdurare della crisi, ci sono aziende determinate a crescere, investire e creare lavoro nel nostro territorio - sottolinea Tiziano Nicolini presidente di Ance Padova e delegato Confindustria Padova all’Urbanistica - leader di nicchia e con potenzialità di crescita, spesso penalizzati in modo paradossale da lacci burocratici e vincoli urbanistici. Negli ultimi sette anni abbiamo presentato ben 25 osservazioni dettagliate agli strumenti di pianificazione territoriale, facendo emergere molti di questi casi. Aziende bloccate nei piani di ampliamento o costrette ad attese interminabili per un parere o un’autorizzazione, tali da vanificare ogni progetto. Con aggravio di costi per le pratiche da presentare e i ricorsi da avanzare. Dalla Provincia di Padova arriva oggi un segnale di specifica attenzione a queste aziende e il riconoscimento delle eccellenze produttive che tengono alti i livelli di competitività innovando e investendo nel territorio. Va nella direzione giusta anche la decisione di ridurre i tempi per il rilascio dei pareri dello SUAP. L’auspicio è che la modifica al Ptcp venga resa operativa in tempi rapidi e che il suo impianto, più favorevole alle istanze della crescita, possa essere seguito anche nel livello della pianificazione comunale».
    Dal 2010 ad oggi, pure nel pieno della crisi, sono state 219 le pratiche di varianti urbanistiche presentate allo sportello SUAP della Provincia di Padova. Solo in Zona Industriale di Padova, da un sondaggio condotto nel 2011 da Confindustria su un campione di aziende associate, 15 imprese hanno dichiarato l’intenzione di ampliarsi.

    «Tra le questioni più critiche che il nostro Paese non ha mai affrontato con la dovuta determinazione - dichiara la presidente della Provincia Barbara Degani - e che rischia di alimentare ancor di più la drammatica crisi economica che stiamo vivendo, è la mancanza di un adeguato sostegno alle aziende d’eccellenza. Sono diverse centinaia, infatti, le realtà produttive che, solo per restare alla nostra provincia, si distinguono per la loro storicità, il numero di dipendenti, le certificazioni di sistema, e ancora, per gli investimenti, i numeri di brevetti e i marchi di proprietà. Queste aziende garantiscono occupazione e si qualificano, soprattutto, per la professionalità del personale che, attraverso una costante formazione e innovativi progetti di ricerca, assicura competenze di livello internazionale all’impresa e al territorio. Spesso, quando queste realtà sono interessate ad investire in ampliamenti e potenziamenti aziendali, devono confrontarsi con uno Stato ostile che nella burocrazia soffoca le sue aziende d’eccellenza. I provvedimenti adottati dall’Amministrazione Provinciale, prima ad approvare una simile norma - ha concluso la presidente Degani - mirano a sostenere le realtà eccellenti affinché, in deroga ai parametri urbanistici, possano sviluppare piani di ampliamento, adeguamento e potenziamento. Le procedure saranno inoltre semplificate con un dimezzamento dei tempi necessari al rilascio dei pareri che, attraverso lo SUAP, si riducono a 45 giorni per il rilascio del parere, a fronte dei 90 giorni previsti dalla legge».

    «Il successo dell’economia veneta - sottolinea Marino Zorzato vice presidente della Regione del Veneto - è il risultato delle iniziative attuate dall’imprenditoria le cui doti di grande flessibilità operativa, di adattamento e di resistenza alle congiunture sfavorevoli hanno consentito una crescita solida della produzione e della occupazione di piccole e medie imprese, anche grazie alla loro specializzazione produttiva e alle innovazioni tecnologiche. Il progetto di legge presentato dalla Giunta regionale (PDL 266), e che a breve sarà discusso in Consiglio Regionale, lo ritengo quindi un’importante risposta alle esigenze manifestate dal sistema delle imprese, visto che ha come obiettivo quello di intervenire principalmente nell’individuare procedure urbanistiche semplificate in materia di Sportello unico per le attività produttive».

    FERRAU, TAGLIATA IN DUE DA UNA STRADA. È uno dei casi del corto circuito tra norme urbanistiche e impresa. La Ferrau Spa di Caselle di Selvazzano (Pd) ha 36 addetti, 15 milioni di fatturato di cui il 30% alla voce export. Da 50 anni produce profilati in acciaio in due blocchi edilizi divisi da un’area adibita a piazzale per la movimentazione mezzi. Sei ani fa il Prg del Comune aveva progettato una strada di collegamento alla viabilità principale che sarebbe passata proprio in quell’area, dividendo in due l’azienda. Non solo: il piano regolatore aveva anche cambiato la destinazione d’uso, da commerciale a residenziale, di un’area adiacente agli stabilimenti e di proprietà dell’azienda. «Non avevano affatto tenuto conto che lì operava la nostra impresa e che siamo nel territorio da 50 anni - spiega Daniela Aghito, una dei soci -. Ci siamo dovuti appoggiare a uno studio legale, sostenendo dei costi, per presentare ricorso e arrivare dopo un lungo iter alla modifica del Prg. Invece di agevolare e andare incontro alle esigenze delle imprese, ci troviamo penalizzati da paradossi e lungaggini burocratici di cui paghiamo le conseguenze, mentre facciamo di tutto per conquistare margini di competitività e crescere qui, nel nostro territorio».

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