Il Piano di assetto del territorio intercomunale della Comunità metropolitana congela
per almeno tre anni ogni possibilità di ampliamento produttivo per le aziende insediate.
A rischio imprese, investimenti e attrattività del sistema Padova.
Il caso Lundbeck Pharmaceuticals Italy: impossibile realizzare nuovo impianto
su area di proprietà. Ricorso al Tar e investimenti a rischio
ZIP NORD: CONFINDUSTRIA PADOVA, «IL PATI BLOCCA
OGNI ESPANSIONE. CAMBIARE QUELLA NORMA»
Peghin: «Riqualificazione condivisibile, ma bisogna tener conto delle esigenze di chi vi opera».
La proposta: «Subito uno stralcio al Pati per garantire alle aziende la possibilità di ampliare»
(Padova - 23.04.2009) - Le norme sulla Zona Industriale Nord di Padova introdotte dal Pati della Comunità metropolitana bloccano qualunque espansione produttiva per almeno tre anni, anche per le imprese pronte a investire e crescere, nonostante la crisi. Con il rischio di dirottare altrove flussi di investimenti e competenze.
E’ l’allarme lanciato da Confindustria Padova, a fronte delle disposizioni del Piano di assetto del territorio intercomunale, adottato dal Comune capoluogo e da 17 Comuni della cintura urbana. Lo strumento urbanistico congela infatti qualsiasi tipo di espansione nella Zip Nord fino a che non verrà definito il Piano comunale degli interventi (l’equivalente del vecchio Prg), e cioè non prima del 2011. Un’eternità per chi si confronta sul mercato, che rischia di mandare in fumo investimenti e opportunità di sviluppo.
«E’ paradossale - spiega il presidente di Confindustria Padova, Francesco Peghin - che mentre si ragiona su come attrarre investimenti e si misurano gli effetti della crisi su imprese e lavoro, una norma urbanistica impedisca ad aziende sane che vogliono crescere, di farlo». «Gli obiettivi di riqualificazione della Zip Nord - puntualizza Peghin - sono condivisibili, ma all’interno di un disegno che tenga conto delle esigenze delle imprese che vi operano. Abbiamo denunciato noi per primi la trasformazione surrettizia della Zip Nord da produttiva a direzionale-commerciale, in assenza di una disciplina urbanistica chiara, e chiesto al Comune una norma che ponesse fine alle speculazioni. Ma non è accettabile un divieto generalizzato, che impedisce alle aziende ogni ampliamento connesso all’attività produttiva, pregiudicando opportunità di sviluppo e lavoro».
Nel mirino di Confindustria Padova è l’art. 19 del Pati della Comunità metropolitana di Padova, che consente alle imprese già insediate nella Zip Nord solo interventi di manutenzione, ma blocca tutti quelli funzionali allo sviluppo, dalla costruzione di nuovi impianti alla razionalizzazione degli spazi, con incertezza totale sulle capacità edificatorie future e rischio di svalutazione degli immobili. «L’ultima cosa che serve alle imprese - aggiunge Peghin - è un periodo transitorio che, senza una durata certa, le “costringa” a non investire se possono farlo. Così rischiamo di perdere imprese, lavoro e investimenti».
Da qui la richiesta di Confindustria Padova all’amministrazione comunale di uno “stralcio” al Pati per le aziende della Zip Nord che garantisca, in caso di necessità, l’autorizzazione ad ampliamenti ed espansioni produttive. «La valenza strategica dell’area merita un’operazione “stralcio” che salvaguardi lo sviluppo delle imprese e un intervento rapido per censire le attività produttive, definire le zone tampone e pianificare le aree di riconversione secondo le nuove regole».
Tra le aziende che rischiano il blocco degli ampliamenti, il caso più eclatante è quello di Lundbeck Pharmaceuticals Italy (LUPI), azienda chimico-farmaceutica con 121 addetti e 23 milioni di fatturato, acquisita nel 2000 dal Gruppo danese Lundbeck, multinazionale specializzata nei farmaci del sistema nervoso centrale. LUPI, che produce il principio attivo del farmaco antidepressivo più diffuso al mondo, è presente nella Zip Nord dal 1961. Per mantenere elevati standard tecnologici e ambientali in un settore ad altissima competizione, l’azienda deve realizzare un impianto di ultima generazione per l’isolamento dei principi attivi. Un intervento che richiede un ampliamento su un’area di proprietà, ora però bloccato dalla norma del Pati.
«Abbiamo fatto ricorso al Tar contro quella norma inopportuna e illogica - spiega il direttore generale di LUPI Giulio Volpe - che rischia di svuotare lo stesso diritto di proprietà. Non possiamo attendere tre anni per sapere se poter realizzare o meno questo impianto. Abbiamo bisogno di crescere qui ed ora». «Fino ad oggi Lundbeck ha investito a Padova 22 milioni di euro - aggiunge Volpe - riconoscendo al nostro stabilimento il valore aggiunto di ricerca e produzione, grazie alla presenza e allo stretto network con strutture complementari come l’Università e il Cnr. Il Gruppo potrebbe decidere a breve un importante investimento in una delle sue sedi produttive. Ostacoli come questo possono far sfumare la candidatura di Padova».
LUPI, FARMACEUTICA DI PUNTA. Fondata ad Arsego nel 1929, Lundbeck Pharmaceuticals Italy (LUPI) è specializzata nella sintesi chimica di principi attivi e intermedi per l’industria farmaceutica. Opera nella Zip Nord dal 1961 su una superficie di 28.000 metri quadri di cui solo 12mila edificati. Dal 2000 è uno dei tre siti produttivi del Gruppo Lundbeck, multinazionale danese specializzata nella cura delle patologie del sistema nervoso centrale con 5.500 dipendenti in tutto il mondo e un fatturato di 1,5 miliardi di euro (gli altri siti sono in Danimarca e Gran Bretagna). L’azienda padovana, con un fatturato di 23 milioni, ha 121 addetti (tra i quali 20 in ricerca e sviluppo, 20 in qualità, 13 nel settore ingegneria) e 40 collaboratori dell’indotto esterno. Oltre a produrre principi attivi per la casa madre (30% del fatturato) LUPI opera come business unit autonoma nella sintesi di nuove molecole di interesse farmaceutico per aziende biotech, specializzate nelle pure fasi di ricerca di farmaci innovativi. I mercati di riferimento sono USA per il 52% (aziende biotech della West Coast), Europa per il 33%, resto del mondo (15%).
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