L’imprenditore, ai vertici di Officine Facco & C, è stato eletto all’unanimità dall’assemblea dei soci per il biennio 2009-2011. Vice presidenti Mario Ravagnan e Antonio Vendraminelli.
Rinnovato anche il Consiglio direttivo. Ospiti dell’assemblea Mario Carraro e Paolo Gubitta
CONFINDUSTRIA PADOVA: MASSIMO FINCO
NUOVO PRESIDENTE DEI METALMECCANICI
Produzione caduta del 30% nei primi tre mesi. Fra gennaio e giugno ricavi in calo per l’86%.
Il neo eletto: «Crisi lunga e selettiva. Nessuna schiarita a breve. Serve un cambio di passo
nel sostegno alle Pmi. Pressing su credito, fiscalità, ricerca»
(Padova - 20.07.2009) - L’imprenditore Massimo Finco è il nuovo presidente della sezione metalmeccanici di Confindustria Padova per il biennio 2009-2011. Lo ha eletto all’unanimità l’assemblea dei soci della maggiore sezione merceologica di Confindustria Padova, con 560 aziende associate (32% del totale) e oltre 29mila addetti. Nato a Padova, 50 anni, Finco è presidente di Officine Facco & C. Spa di Campo San Martino (Pd), succede a Giacomo Guoli giunto alla scadenza naturale del mandato. Lo affiancheranno i vice presidenti Mario Ravagnan (Ravagnan Spa, Limena) e Antonio Vendraminelli (Vecom Srl, Padova).
L’assemblea ha rinnovato anche il Consiglio direttivo di sezione. Oltre a Finco e ai vice presidenti, ne fanno parte gli imprenditori Stefano Stefanelli (Officine Stefanelli Srl, Este), Margherita Gabrielli (Siderurgica Gabrielli Spa, Cittadella), Marco Tono (Tonoimpianti Sas, Padova), Piero Beghetto (Scilm Spa, Cittadella), Franco Masenello (BM Tecnologie industriali Snc, Limena), Moreno Valdisolo (Tecnogel Srl, Teolo), Rino Bedeschi (Bedeschi Spa, Limena), Michele Magro (Gmp Minuterie Metalliche Srl, Selvazzano Dentro), Luca Iovini (Itel Srl, Limena), Ludovico Portalupi (Saet Spa, Selvazzano Dentro), Giovanni Griggio (Griggio Spa, Campodarsego), Enrico Bonetto (Bonetto Daniele Srl, Campodarsego).
«Il metalmeccanico - sottolinea il neo presidente Massimo Finco - è il settore portante del nostro sistema produttivo, ma uno dei più colpiti dalla crisi. Nel primo trimestre del 2009 la produzione è caduta del 30,2%. Nei primi sei mesi ben l’86% delle imprese metalmeccaniche ha subìto un calo del fatturato. Per sei su dieci (56%) la contrazione dei ricavi è stata superiore al 20%, a causa del crollo della domanda dai nostri maggiori Paesi clienti».
La traversata è ancora lunga e selettiva, aggiunge Finco, e non si intravedono schiarite a breve. «L’85% prevede un’ulteriore contrazione dei ricavi nella seconda metà dell’anno, che per quattro su dieci sarà superiore al 20%. I più recenti provvedimenti del Governo vanno nella giusta direzione, ma serve un cambio di passo nel sostegno alle Pmi, per le quali si annuncia un autunno difficile». «Dal canto nostro - conclude il neo presidente - ci attiveremo subito per stare al fianco delle imprese, soprattutto piccole, e per dare risposte concrete. Penso a una maggiore presenza negli organismi associativi nazionali e regionali, al ruolo nei comitati scientifici delle scuole professionali, al rapporto con l’università per trasferire innovazione e conoscenza alle Pmi, ma anche a un’azione incisiva sui temi del credito, della fiscalità, della ricerca».
L’assemblea dei metalmeccanici è stata l’occasione di un confronto sulle prospettive del settore, attraverso le analisi di Mario Carraro, presidente dell’omonimo gruppo di Campodarsego, e di Paolo Gubitta, docente di organizzazione aziendale all’Università di Padova e al Cuoa. «Siamo dentro una crisi - ha detto Carraro - che non assomiglia a nessuna delle grandi crisi precedenti. Il mondo è cambiato e anche quando usciremo dal tunnel non sappiamo che paesaggio troveremo. Il nostro sistema, ancorato al manifatturiero e all’export, deve evolvere, gli imprenditori devono imparare a muoversi in direzioni non precostituite ma nuove, in termini di gestione, mercati, servizi». «Ci aspettano almeno un paio di trimestri pesanti - ha aggiunto Gubitta -. L’industria rialzerà un po’ la testa, ma con moderazione. In questo momento è cruciale saper interpretare i segnali del mercato, puntare sulla riorganizzazione dei sistemi di produzione e delle filiere di fornitura».
Massimo Finco, 50 anni, sposato e con tre figlie, nel 1982 entra nell’azienda di famiglia Officine Facco & C. Spa di Campo San Martino (Pd), fondata dal padre Luigi Finco nel 1957, specializzata nella realizzazione di impianti avicoli, dai capannoni alle attrezzature. Nel 2000 diventa presidente dell’azienda, che oggi ha un fatturato di 60 milioni di euro, 100 addetti nella sede padovana e circa 300 nelle filiali operative in Europa, Asia, Stati Uniti, Sud America, Africa, Australia. E’ inoltre presidente di Alit Srl di Campo San Martino, specializzata nelle linee per la movimentazione, lievitazione e raffreddamento di prodotti alimentari da forno; consigliere di amministrazione di Arneg Spa di Campo San Martino, leader mondiale nella refrigerazione commerciale con quarant’anni di attività, un gruppo di dimensioni globali con più di 1.000 addetti e 400 milioni di fatturato. L’impegno associativo di Finco inizia nel 2007, come consigliere della sezione metalmeccanici di Confindustria Padova.
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