Lo ha eletto oggi l’assemblea ordinaria riunita a Selvazzano. 37 anni, amministratore delegato dell’Impresa di Costruzioni E. Mantovani. “Priorità a formazione e ricerca”
GIOVANI IMPRENDITORI: PADOVA, GIAMPAOLO CHIAROTTO E’ IL NUOVO PRESIDENTE
I risultati di un’indagine sulla responsabilità sociale delle imprese. Onestà, correttezza, rispetto i valori di riferimento
(Padova - 22.05.2003) - È Giampaolo Chiarotto, 37 anni, amministratore delegato dell’Impresa di Costruzioni Ing. E. Mantovani Spa di Padova, il nuovo presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Padova. Lo ha eletto oggi l’assemblea ordinaria degli junior di Unindustria Padova, riunita al Golf La Montecchia a Selvazzano Dentro (Pd). Chiarotto succede ad Antonio Vendraminelli, e come leader dei Giovani va a completare di diritto la vice presidenza di Unindustria Padova.
Continuità con le ultime presidenze è la parola d’ordine del neopresidente. “Manterrò la rotta tracciata da Antonio Vendraminelli e prima di lui da Francesco Peghin. Voglio far crescere il gioco di squadra ed investire tutta l’energia dei giovani imprenditori su temi vitali per il futuro di quest’area, quali la formazione e la ricerca. Grande attenzione alla responsabilità sociale delle imprese, tema a cui abbiamo voluto dedicare l’assemblea di quest’anno e che guiderà le nostre azioni future”.
Laureato in Scienze Politiche, sposato con due figli, Giampaolo Chiarotto è dal 1997 amministratore delegato della Mantovani, azienda italiana leader nel settore del dragaggio e dell'ingegneria idraulica per la conservazione ambientale, la manutenzione delle lagune e il ripascimento delle spiagge, con 350 addetti e un fatturato di 122 milioni di euro nel 2002. Tra le commesse in corso la ricostruzione del Teatro La Fenice di Venezia, l’acquedotto tra Venezia e Chioggia, la tangenziale Sud di Vicenza.
Dal 1997 Chiarotto è impegnato nell’associazionismo d’impresa. Dal 1999 è nel Consiglio direttivo dei Giovani Imprenditori di Unindustria Padova, nel maggio 2002 ne diviene vicepresidente e nel luglio 2002 vicepresidente vicario. Dal 2000 è consigliere di amministrazione di Sapi, società di servizi di Unindustria.
ONESTÀ, CORRETTEZZA, RISPETTO: I VALORI DEI GIOVANI INDUSTRIALI. Un atteggiamento imprenditoriale etico è nel Dna dei giovani industriali padovani. È il primo risultato dell’indagine sulla responsabilità sociale delle imprese realizzata fra aprile a maggio dall’Ufficio Studi di Unindustria Padova fra le aziende del Gruppo Giovani. L’indagine, presentata nel corso dell’assemblea, chiedeva agli imprenditori di indicare i valori identificativi del proprio stile imprenditoriale, per poi definire il target e le modalità di comunicazione dei valori, e infine gli strumenti utilizzati dall’impresa per instaurare un rapporto con la comunità locale.
I valori che meglio definiscono lo stile imprenditoriale dei Giovani Imprenditori padovani sono l’onestà e la correttezza (66,7%), seguiti dal rispetto (55%). Queste qualità di riferimento sono seguite da un gruppo di valori maggiormente collegati all’intraprendenza come coraggio (36,7%), costanza (30%) o ambizione (28,3%).
Questi valori non restano esclusivo patrimonio dell’imprenditore: il 75% degli intervistati ne fa partecipi i dirigenti ed i dipendenti, all’esterno privilegia i clienti (71,7%) ed i fornitori (50%). Meno diffusa è la comunicazione alla pubblica opinione (11,7%) ed alle istituzioni (6,7%). Il 16,7% degli intervistati non ritiene di dover comunicare in modo strutturato i propri valori, né all’interno né all’esterno dell’azienda.
Come vengono comunicati i valori? Le riunioni interne sono la modalità adottata dalla maggioranza (65%). Circa un quarto degli intervistati ha indicato come unica modalità il comportamento e l’esempio personale. Più basse, ma significative di un atteggiamento consapevole ed in crescita, le percentuali di aziende che utilizzano metodi strutturati di comunicazione dei valori: pubblicità (21,7%), lettere a clienti/fornitori (16,7%), codici etici enunciati (11,7%) o dichiarazioni nelle lettere di assunzioni (10%).
Solo una delle aziende intervistate ha redatto il Bilancio sociale. Un dato che non sorprende: i bilanci sociali censiti dall’ISVI nel 2001 sono in tutto 211 in Italia, in particolare 41 nel settore industria e commercio; il settore industriale, infatti, investe maggiormente negli strumenti connessi all’ambiente ed alla sicurezza.
In azienda l’espressione concreta dei valori avviene con il coinvolgimento dei collaboratori (73,3%) e con la coerenza del comportamento (71,7%). Quasi la metà degli intervistati comunica i valori aziendali anche attraverso la formazione interna (51,7%). Percentuali significative di imprenditori li applicano nella scelta dei fornitori (31,7%) ed incentivando i comportamenti coerenti del personale (26,7%).
Nel rapporto con la comunità c’è attenzione alle iniziative che consentono anche un ritorno di immagine. Al primo posto figurano le sponsorizzazioni sportive (45%) seguite dalle donazioni (40%), da sponsorizzazioni a spettacoli, restauri o mostre (28,3%). Azioni come l’assistenza sociale e sanitaria (6,7%), l’organizzazione di campagne di comunicazione sociale (6,7%), di Open Day (5%) risultano meno frequenti. Il frequente ricorso a donazioni e a partnership con la comunità per eventi sportivi e culturali, confermano il profondo radicamento delle imprese nel territorio e nella comunità dove vivono.
“Nel complesso, risulta un modo di fare impresa strettamente collegato alla Responsabilità Sociale - sottolinea il neopresidente Chiarotto -. Esiste però una oggettiva difficoltà a comunicare gli aspetti della strategia aziendale che non si riferiscono alla rendicontazione economica. Ma gli strumenti formalizzati, con il loro carico di “burocrazia” e di rigidità, rischiano di essere un onere eccessivo per la piccola e media impresa veneta. Politiche pubbliche che premino l’assunzione di Responsabilità Sociale, come sgravi fiscali o contributi per la formazione del personale, potrebbero indurre gli imprenditori a trasformare il bilancio sociale, i codici etici e la rendicontazione integrata, da azioni isolate in condizioni di vantaggio competitivo per operare con successo nel mercato”.
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