Comunicato Stampa

    Martedì 7 ottobre, nella sede della Delegazione Confindustria di Cittadella, tavola rotonda
    con gli artefici del successo di due “provinciali” arrivate a giocare con le grandi.
    La gestione, le strategie, le motivazioni di due “imprese dello sport” da studiare ed emulare
    IMPRESA E SPORT: PERIFERIA DA SERIE A.
    LA “LEZIONE” DI CHIEVO E CITTADELLA
    Interverranno il presidente AS Cittadella Angelo Gabrielli e il Ds Stefano Marchetti,
    Giovanni Sartori Ds ChievoVerona, Luigi Agnolin.
    Didonè: «Modelli nei quali si conciliano sana gestione economica e risultati sportivi»

    (Padova - 03.10.2008) - Piccoli club, grandi imprese. Si può riassumere in questo slogan la parabola sportiva di Chievo e Cittadella, esempi di una periferia vincente in grado di competere con la metropoli, urbana e finanziaria, sul piano sportivo e dei bilanci grazie a sana gestione economica, serietà organizzativa. E naturalmente intuito e passione.
    Quali scelte manageriali e organizzative hanno issato i “mussi volanti” del presidente Luca Campedelli in serie A, facendone un caso “europeo”, e segnato l’ascesa nel campionato cadetto dei granata di patron Angelo Gabrielli?
    La “ricetta” di questi successi sarà al centro dell’incontro “Cittadella-Chievo: la periferia compete ancora in economia e sport” organizzato dalla Delegazione Confindustria di Cittadella, che si svolgerà martedì 7 ottobre, alle ore 19.00 nella sede della Delegazione (via Borgo Treviso, 18 - Cittadella).
    Interverranno il presidente dell’Associazione Sportiva Cittadella Angelo Gabrielli e il direttore sportivo Stefano Marchetti, Giovanni Sartori direttore sportivo dell’Associazione Calcio ChievoVerona, Luigi Agnolin ex arbitro internazionale, già direttore generale di Roma e Verona Calcio.

    «I successi sportivi di Chievo e Cittadella - spiega il presidente della Delegazione Confindustria di Cittadella, Gianpietro Didonè - confermano la forza del legame impresa, territorio, società. Un marchio di fabbrica, dall’azienda allo sport, fatto di sana gestione, programmazione, lavoro e attaccamento al territorio. Ci è sembrato interessante invitare gli artefici di queste splendide esperienze per studiare i segreti delle loro performance e prenderle a modello».
    Capacità gestionale, leadership, passione sono i valori che hanno segnato le imprese sportive delle due società venete, in clamorosa controtendenza nell’era di calciopoli, del dissesto calcistico-finanziario e dei contratti milionari, ma anche del “tifo” violento. «Sono valori che rappresentano la società e l’impresa nordestina - aggiunge Didonè - fatta di piccole e medie aziende impegnate a competere, sperimentare, innovare per primeggiare nella competizione globale. Piccoli club vincenti sul piano sportivo e dei bilanci e con un forte radicamento nel territorio».

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