Presentata oggi a Este la proposta della locale Delegazione Confindustria per il rilancio
del trasporto su rotaia. Da un sistema di piattaforme logistiche sulla linea Montagnana-Monselice a beneficio delle aree produttive, al servizio metropolitano distrettuale con stazione al nuovo Ospedale e collegamento fino a Conselve. Venerdì 15 febbraio primo confronto sul progetto
con il vice ministro uscente ai Trasporti De Piccoli, Trenitalia, Regione e Provincia di Padova
TRASPORTI: CONFINDUSTRIA ESTE, UN “CORRIDOIO FERROVIARIO” PER LA BASSA PADOVANA.
DAL TERMINAL MERCI ALLA METROPOLITANA LEGGERA
La presidente Marchetti: «Occorre il coraggio di scelte radicali per la convergenza ferro-gomma».
«La nostra proposta, un’opportunità per orientare lo sviluppo in modo coordinato.
La presenteremo, insieme a tutte le categorie economiche, al costituendo tavolo dell’Ipa»
(Padova - 13.02.2008) - Un “Corridoio ferroviario” della Bassa Padovana che partendo dalla linea esistente, la Montagnana-Monselice, realizzi un sistema di piattaforme logistiche comprensoriali, con terminal merci a Este e Saletto in corrispondenza dei poli produttivi, potenzi l’offerta passeggeri con un Servizio Ferroviario Metropolitano Distrettuale (SFMD Bassa Padovana), con previsione di stazione a Schiavonia d’Este (nuovo Ospedale) e ipotesi di prolungamento fino a Conselve e da qui alla Mestre-Adria. Un disegno organico e complesso, da sviluppare per fasi successive - secondo il grado di fattibilità tecnica e finanziaria - che punta in prospettiva a ridisegnare la mobilità di merci e persone nella Bassa Padovana a partire da una scelta di campo netta in favore del trasporto su rotaia.
E’ la proposta presentata questa mattina a Este dal presidente della locale Delegazione di Confindustria, Cristina Marchetti, insieme al vice presidente di Confindustria Veneto con delega alle infrastrutture, Stefano Catozzo e a Paolo Segala presidente di CSP Engineering, la società di progettazione che ha redatto lo studio.
«La Bassa Padovana è al crocevia di un articolato disegno di sviluppo - spiega Marchetti - dalle opere viarie alla previsione di nuovi insediamenti produttivi.. Un’occasione storica per invertire una tendenza poco incoraggiante per lo sviluppo di quest’area, a cui vogliamo dare il nostro contributo. La proposta di rilancio del trasporto ferroviario, condivisa da tutte le categorie economiche, è un tentativo di razionalizzare le risorse esistenti al fine di migliorare la mobilità di merci e persone». Ma anche di governare le dinamiche future conciliando sviluppo e sostenibilità, sia in termini di minore impatto ambientale che di qualità della vita.
«Il completamento della nuova SR 10 con i raccordi alla rete autostradale - prosegue Marchetti - toglierà gran parte del traffico pesante dalle nostre strade. Ma non sarà una soluzione definitiva, specie alla luce dei nuovi insediamenti produttivi già programmati lungo la nuova arteria, che genereranno una domanda crescente di mobilità. Dobbiamo già oggi affrontare questa prospettiva. La soluzione è trasferire da gomma a rotaia una quota importante dei flussi, utilizzando la Monselice-Mantova come un vero “corridoio ferroviario” tra il vecchio e il nuovo tracciato della SR 10».
Parte da qui la proposta della Delegazione Confindustria di Este che, sottolinea la presidente, «è nata in seno al coordinamento delle categorie economiche e verrà portata al tavolo dell’Intesa Programmatica d’Area come stimolo e banco di prova di un’azione coordinata per lo sviluppo».
Intanto, l’idea di un “corridoio ferroviario” della Bassa Padana - dalle piattaforme logistiche per la movimentazione merci alla metropolitana distrettuale sull’esempio della ferrovia Merano-Malles in Alto Adige, fino all’ipotesi progettuale di nuova tratta ferroviaria da Monselice a Conselve - verrà discussa e approfondita venerdì 15 febbraio a Este in occasione del convegno “Dalla ruota alla rotaia” con la partecipazione, fra gli altri, del vice ministro uscente ai Trasporti, Cesare De Piccoli.
Una opzione, quella del trasporto su rotaia, che attualmente non è recepita come funzionale dal sistema economico dell’area, che predilige Tir e autoarticolati. «Occorre iniziare concretamente a investire sulla ferrovia - dichiara Cristina Marchetti - facendo funzionare la rete esistente e creando strutture che facilitino la convergenza gomma-rotaia. Credo che le tipologie produttive prevalenti nella Bassa Padovana (cemento, mangimi, macchine industriali), per le loro caratteristiche e destinazioni, potrebbero trovare nel trasporto su ferro una modalità preferibile rispetto alla attuale su gomma, con indubbi vantaggi di economicità, migliore connessione alla rete di trasporto europea ma anche benefici ambientali, tema di assoluto rilievo in un’area come questa».
SCACCO MATTO AL TRAFFICO IN QUATTRO MOSSE. La riconversione dei flussi di traffico da gomma a ferro descritta nello studio redatto da CSP Engineering per Confindustria Este, si articola in quattro fasi.
Per avere un’idea del volume di traffico che potrebbe essere trasferito dalla strada ai binari, basti pensare che sulla SR 10 (tratto Saletto-Ospedaletto Euganeo) circolano ogni giorno circa 12.200 mezzi, di cui oltre 1.300 veicoli pesanti. Sullo stesso tratto, nelle ore di punta, si registrano in media oltre 500 veicoli circolanti, tra auto e camion. Numeri che, secondo il Piano Regionale dei Trasporti, fanno dell’attuale tracciato della SR 10 la terza strada più trafficata della provincia di Padova (1.000 veicoli/ora tra le 7.30 e le 8.30), dopo la SR 307 del Santo (2.200 veicoli/ora) e la SR 11 Padova-Vicenza (1.100). Le stime parlano di oltre 25mila persone che ogni giorno si muovono lungo l’asse della SR 10. A questi si aggiungano gli oltre 500mila arrivi turistici l’anno nel Bacino Termale Euganeo, per i quali la visita delle città murate di Montagnana, Monselice ed Este è sicuramente un’attrattiva.
La prima delle quattro fasi progettuali non richiede alcun intervento sull’attuale infrastruttura ferroviaria Montagnana-Monselice. Per quanto riguarda il trasporto passeggeri si tratta di realizzare un cadenzamento orario delle corse sulla tratta, che potrebbe essere delegato a una società di scopo o ad un consorzio tra Amministrazioni locali e sistema economico. Questo per recuperare un funzionalità della linea, attualmente sotto utilizzata. Sul fronte del trasporto merci, invece, la soluzione si chiama piattaforma logistica comprensoriale (PLC), un terminal attrezzato per la movimentazione merci in arrivo e in partenza che faciliti l’accesso alla rete ferroviaria nazionale e quindi anche verso gli snodi intermodali di Padova e Verona o il Porto di Venezia. Realizzabile in 6-9 mesi in più punti della linea ferroviaria, in vicinanza delle stazioni o con stacchi sulla linea, ogni piattaforma richiederebbe un investimento di 5 milioni di euro per il raccordo ferroviario e di altri 5 per la piattaforma stessa che “impegnerebbe” tre binari. «La prima stazione ad essere candidata a ospitare una PLC, in corrispondenza dell’attuale area produttiva, è Este - spiega Cristina Marchetti -. Un analogo terminal merci dovrebbe quindi essere realizzato a Saletto, a beneficio del già previsto Parco produttivo del Fiumicello tra S. Margherita d’Adige e Megliadino S. Fidenzio».
UNA METROPOLITANA STILE SUD TIROL PER IL NUOVO OSPEDALE. La seconda fase consiste nella trasformazione della linea ferroviaria Montagnana-Monselice in una vera e propria metropolitana leggera distrettuale (SFMD), con corse ogni mezz’ora nei due sensi di marcia. «L’esempio più vicino è quello della linea della Val Venosta in Alto Adige - spiega l’ingegner Paolo Segala - dove la ferrovia Merano-Malles, dismessa da Trenitalia, è gestita dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Per un servizio ottimale sono ipotizzabili ulteriori interventi quali il raddoppio del tratto Este-Ospedaletto e l’acquisto di materiale rotabile adatto alle esigenze di una metropolitana leggera (Light Rail Transit), come tre elettrotreni».
«Un investimento di questo tipo - spiega Cristina Marchetti - andrebbe valutato nella prospettiva del nuovo Ospedale unico della Bassa Padovana a Schiavonia d’Este che genererà un flusso di traffico attualmente sconosciuto. La soluzione suggerita è che la metropolitana distrettuale diventi il principale mezzo per raggiungere la struttura sanitaria, disincentivando l’uso dell’auto privata». Per fare questo si richiederebbero due varianti di linea e una nuova stazione, per un intervento stimato in 15 milioni».
Un servizio metropolitano distrettuale efficiente permetterebbe inoltre il miglioramento dei collegamenti dal nodo di Monselice verso Padova, rendendo strategico il proseguimento del SFMR (servizio ferroviario metropolitano regionale) fino alla Bassa Padovana.
IN TRENO FINO A CONSELVE? SI PUO’ FARE. La terza fase progettuale ha i connotati di una novità epocale. «Si tratta di valutare - spiega Segala - la realizzazione di una nuova linea ferroviaria Monselice-Conselve che da qui si agganci alla Mestre-Adria. Si tratterebbe della prima strada ferrata ex novo che nasce in Italia dopo 40 anni e che portando il treno a Conselve servirebbe, tra l’altro, una realtà come il Cosecon. Non solo: potrebbe essere una alternativa per il traffico merci ferroviario rispetto alla linea Monselice-Padova». I tracciati possibili sono due: uno a nord di Monselice e uno a sud, complanare alla Strada Regionale “Monselice Mare”. Il tracciato, dopo aver raggiunto Conselve può proseguire sino al ricongiungimento con la linea ferroviaria Mestre-Adria. Difficile quantificare oggi i costi ma va tenuto presente che la realizzazione di una strada ferrata costa circa la metà rispetto a una nuova strada a due corsie (come ad esempio la nuova SR 10) di pari chilometraggio.
L’ultima fase sarebbe la realizzazione del servizio trasporto passeggeri su metropolitana leggera anche nel tratto Monselice-Conselve. Un’ipotesi progettuale che, allungando il percorso, richiederebbe la messa in opera di due nuovi elettrotreni, mantenendo il ritmo di una corsa nei due sensi di marcia ogni mezz’ora. Per quanto riguarda il trasporto merci, anche qui si potrebbero prevedere le piattaforme logistiche comprensoriali, a servizio degli insediamenti produttivi del Cosecon e dell’area di Tribano.
“DALLA RUOTA ALLA ROTAIA”: VENERDI’ PRIMO CONFRONTO PUBBLICO. La proposta di “corridoio ferroviario” della Bassa Padovana avrà una prima occasione di confronto e dibattito nel convegno “Dalla ruota alla rotaia” in programma venerdì 15 febbraio, alle ore 9.30, nella Sala Convegni dell’Accademia dell’Artigianato Artistico di Este (Via Francesconi, 2), organizzato dalla Delegazione Confindustria di Este. Apriranno i lavori Cristina Marchetti presidente degli industriali estensi, Vittorio Casarin presidente della Provincia di Padova, Giancarlo Piva sindaco di Este. Seguiranno gli interventi del vice presidente di Confindustria Veneto Stefano Catozzo, Domenico Miceli Marketing Trenitalia Cargo, Gian Michele Gambato presidente Metadistretto Logistica Veneto e presidente Sistemi Territoriali Spa, Paolo Segala presidente CSP Engineering. Le conclusioni saranno affidate al vice ministro uscente ai Trasporti, Cesare De Piccoli.
«Il nostro obiettivo e di tutte le categorie economiche è che questa proposta venga fatta propria dagli enti locali - conclude Cristina Marchetti -. Solo se ci sarà una forte assunzione di impegno in tal senso potremo realizzarla, a cominciare dagli obiettivi più alla portata in termini di tempi e risorse. Mi sembra che ci siano tutte le premesse e che questo progetto possa inserirsi perfettamente in quell’Intesa Programmatica d’Area che avrà il compito di disegnare il futuro della Bassa Padovana. Un futuro che dovrà avere come primo punto uno sviluppo coordinato e sostenibile».
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