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Quarantena e isolamento: quali possibilità per le aziende ?
Pubblicazione: 11 gennaio 2021








Con la diffusione dei contagi determinati dall’ormai tristemente noto Covid 19, sempre più dipendenti potrebbero trovarsi nella condizione di dover osservare un periodo di isolamento o di quarantena, ad esempio nelle ipotesi di riscontrata positività oppure di contatto con persone risultate positive al virus.

E’ un periodo che può avere una durata variabile ma che si sostanzia sempre -come la parola stessa suggerisce- in una interruzione dei contatti con l’esterno e degli spostamenti.

E’ indispensabile seguire esclusivamente le indicazioni del medico di base e delle autorità sanitarie.

Evitiamo di adottare misure che potrebbero anche influire negativamente sui percorsi definiti dalla sanità e nel rispetto di quanto previsto nei Protocolli per la sicurezza adottati in azienda.

Ma il lavoratore che si trova assente dal lavoro perché in quarantena o in isolamento, come va considerato?
E’ malato e quindi impossibilitato a lavorare?
Oppure possiamo trovare soluzioni alternative per mantenere la sua produttività?

Per sgomberare il campo dai dubbi, distinguiamo subito tra
malattia, che comporta una incapacità temporanea al lavoro (e quindi la preclusione al dipendente a svolgere le normali attività)
quarantena.

Ai fini del trattamento economico queste due situazioni sono equiparate, ma le affinità finiscono qui.
Vediamo nel dettaglio le differenze.

Se il dipendente è positivo al virus e sviluppa anche i sintomi, siamo in presenza di una malattia conclamata (o accertata) per la quale è rilasciato dal medico un normale certificato di malattia. In questo caso ci troviamo in una situazione di patologia che impedisce lo svolgimento dell’attività lavorativa e che è il presupposto per il riconoscimento economico del trattamento di malattia comune (Inps e integrazione a carico del datore di lavoro secondo le regole abituali). Non potremo quindi avere alcuna prestazione lavorativa dal dipendente.

Con il termine di quarantena invece ci si vuole riferire alle varie ipotesi di restrizione dei movimenti di persone sane, per la durata del periodo di incubazione.

Esistono tre tipi di quarantena:
1. quarantena per contatto stretto con casi confermati di positività (es. colleghi di lavoro del dipendente risultato positivo);
2. quarantena per provenienza da paesi a rischio epidemiologico;
3. quarantena per certificazione di positività al virus senza che vengano sviluppati i sintomi (nota anche come isolamento fiduciario, es. dipendente positivo ma asintomatico).

La quarantena, a differenza della malattia conclamata, non corrisponde ad una incapacità temporanea al lavoro: in quarantena i lavoratori sono sani (ma per ragioni precauzionali devono rimanere isolati dal resto della collettività).

Con questo ragionamento il lavoratore in quarantena potrà pertanto concordare con l’azienda di continuare a lavorare –laddove compatibile- in modalità agile, nel luogo in cui la quarantena deve essere svolta (normalmente presso la propria abitazione).

Risulta così superato in modo positivo anche il dubbio se un lavoratore positivo ma asintomatico possa lavorare, ovviamente in modalità di lavoro agile.

Il datore di lavoro, sulla base della propria autonomia organizzativa, potrà quindi definire le modalità più adatte per consentire al dipendente in quarantena di gestire il lavoro in modalità smart.

In questa fase di emergenza non serve neppure l’accordo con il dipendente e si può godere delle comunicazioni semplificate attualmente previste.

In modalità agile il dipendente continuerà a percepirà la normale retribuzione e non ci sarà alcuna erogazione economica a titolo di malattia.

Attenzione! Nell’ipotesi in cui le mansioni non fossero compatibili con il lavoro da remoto, la quarantena è equiparata alla malattia, con conseguente subentro della prestazione previdenziale economica prevista.

Prestiamo attenzione infine alla possibilità che il dipendente sviluppi invece i sintomi del virus durante il periodo di isolamento.
Ci troveremo in questo caso di fronte all’insorgere di una malattia conclamata con la conseguente impossibilità di continuare a lavorare in smart e con il ripristino delle prestazioni previdenziali a carico Inps e azienda.




Francesca Girardi
Relazioni Sindacali e Capitale Umano
0422/294228
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